Quiet quitting? Non me ne ero accorto.

Quiet quitting? Non me ne ero accorto.

14 novembre 2025

"Sto solo facendo quello che mi viene richiesto".

L'idea che il lavoro sia un peso da sopportare invece che un progetto da portare avanti insieme, uno scambio di valore.

Chi desidera fare davvero la differenza e ama ciò che fa non darà mai solo il minimo.

Chi fa quiet quitting non sorprende nessuno

Non perché sia un fanatico, ma perché sente che ogni giorno è un'occasione per costruire.

Esistono ambienti tossici, ma quella è una parentesi, non una scusa.

Chi ha valore, quando si trova nel posto sbagliato, se ne va.

Non si mette in pausa sperando che la situazione migliori da sola.

Restare fermi in un posto che ti spegne non è autodifesa né rivalsa: è abitudine alla mediocrità.

Ambienti tossici

Il quiet quitting nasce dove non c'è niente da perdere, perché non c'è mai stato molto da dare.

È il rifugio perfetto per chi ha sempre cercato la comodità, il confine sotto il quale nessuno può fargli domande.

E adesso che l'AI si prende tutta l'esecuzione, chi punta al minimo ha sempre meno spazio dove nascondersi.

Chi fa quiet quitting non sorprende nessuno.

È solo la versione esplicita di qualcosa che succedeva già da tempo: non stava contribuendo comunque.

Verrà presto sostituito.

Quiet quitting? Non me ne ero accorto.

Eri già inutile prima.