Mi serve uno Scrum Master.

17 novembre 2025
"Dobbiamo allinearci."
"Facciamo i daily."
Giornate scandite da riunioni per parlare di quando lavoreremo o cosa abbiamo fatto. Il project manager come guardiano del nulla, custode di processi che esistono solo per giustificare il suo ruolo.
Agile è diventato il modo più veloce per non decidere niente. Doveva liberarci dai processi inutili, ed è diventato la fabbrica dei rituali: daily standup dove la gente dorme, retrospettive dove emergono sempre gli stessi problemi che nessuno risolve, planning infiniti per pianificare due giorni di lavoro.
Non è il framework il problema, è che serve solo quando la gente non sa cosa fare.
Il processo come scusa per non pensare.
Chi costruisce davvero non aspetta il ticket assegnato: vede il problema, parla con chi lo vive, trova la soluzione. Non ha bisogno che qualcuno gli chieda a che punto è, perché sta già mostrando risultati.
Il project manager esiste per chi si dimentica perché è lì. Per chi ha bisogno che qualcuno gli ricordi di parlare con i colleghi, di controllare se quello che fa ha senso e di chiedersi se sta andando nella direzione giusta. È il babysitter di persone che dovrebbero sapere come funziona il proprio lavoro.
"Serve coordinamento", sì: quando nessuno si coordina da solo.
Se tutti aspettano che qualcuno dica loro cosa è importante, hai già perso. Il coordinamento vero nasce quando le persone parlano perché hanno qualcosa da dirsi, non perché c'è un meeting ricorrente in calendario.
Agile ha venduto l'illusione di controllo.
Agile ha venduto l'idea che seguire il processo significhi fare bene: chiudere gli sprint in tempo, aggiornare le board, fare le cerimonie, come se questo creasse valore. In realtà costruisce solo l'illusione di controllo.
Chi traina sa cosa serve. Chi si fa trainare aspetta il prossimo planning. Gli inutili si nascondono dietro un "non era in sprint". Il vero problema è che abbiamo normalizzato il non pensare e ora servono figure per tenerli a bada.

La fabbrica dei ruoli inutili.
Assumiamo persone che devono essere gestite, invece di persone che gestiscono il proprio lavoro. Poi inventiamo ruoli per gestire chi non si gestisce. Poi framework per gestire chi gestisce. Poi riunioni per allineare chi gestisce chi si gestisce. E alla fine nessuno costruisce niente.
Scrum master, agile coach, delivery manager: titoli diversi per lo stesso vuoto. Esistono perché qualcuno ha smesso di usare il cervello e serve qualcuno che glielo ricordi. Ma se hai bisogno che qualcuno ti dica di fare il tuo lavoro, forse non dovresti farlo.
Serve gente che decide, non gente che processa.
Non serve un processo per decidere: servono persone che sanno decidere. Non servono cerimonie per comunicare: servono persone che comunicano perché hanno qualcosa da dire.
Mi serve uno Scrum Master: ho dimenticato la testa a casa questa mattina.
Iscriviti alla Newsletter
Ricevi gli ultimi articoli e riflessioni direttamente nella tua casella di posta.