Ma perché lo fai? Mica è la tua azienda.

15 novembre 2025
Di solito lo dicono con l'aria di chi ha capito il trucco della vita. Come se impegnarsi davvero fosse da ingenui.
È la mentalità del cartellino: entri, fai il compitino, esci. Il lavoro come stanza in affitto, non come spazio dove costruire qualcosa che porti la tua firma.
Non è casa tua, ma è il tuo pezzo di mondo.
Nessuno ti chiede di morire per l'azienda. Ma se stai lì, stai scambiando tempo per impatto, non per presenza. Quello che tocchi racconta di te, non del logo sulla porta.
"Mica è la tua azienda" spesso significa: distaccati, non metterci il nome, non sentirti responsabile. È il modo più veloce per diventare anonimo. Se tu per primo non ti riconosci in ciò che fai, perché dovrebbe farlo qualcuno che ti paga?
Essere fiero di quello che fai. Fare le cose in modo che, se ci fosse il tuo nome in grande sopra, ne saresti orgoglioso.
Usa il lavoro per mostrare il tuo valore. Dimostra chi sei in tutto quello che fai, allenando il tuo standard e lasciando il segno.
Costruire insieme è moltiplicare l'impatto.
Il tuo standard personale è la base, ma quando si unisce a quello di altri che la pensano come te, succede qualcosa di più grande. Non è solo il tuo pezzo di mondo, è il pezzo che costruisci insieme.
Quando ognuno porta il proprio meglio, quando ci si spinge a vicenda, quando ci si prende cura del risultato comune, non stai più solo dimostrando chi sei. Stai creando qualcosa che nessuno avrebbe potuto fare da solo.
"Mica è la tua azienda" diventa irrilevante quando capisci che stai costruendo qualcosa insieme. Non è questione di proprietà, è questione di orgoglio condiviso per quello che state creando.
Ci sono tre tipi di persone.
Chi traina: vede dove andare, alza l'asticella, si prende la responsabilità anche quando non è nel job title. Non perché gliel' hanno chiesto, ma perché sente che quello che fa parla di lui.
Chi si fa trainare: si impegna, dà una mano, tiene il passo. È braccia preziose, ma se togli chi guida, si ferma. Delegano sempre a qualcun altro la direzione.
E poi ci sono gli inutili: quelli che pesano, frenano, si lamentano qualsiasi cosa succeda. Non costruiscono, non seguono, non conquistano. Sono lì a fare volume, non valore.

Le aziende passano, i capi cambiano, le strutture si ribaltano. Tu invece ti porti dietro il modo in cui lavori, come reagisci quando c'è casino, quanta cura metti anche in ciò che "non è nel tuo ruolo".
Se oggi ti abitui a dire "tanto non è mio", domani quando sarà davvero tuo ti verrà naturale fare lo stesso. Lo stile di lavoro non arriva con la visura camerale, nasce dalle micro decisioni di ogni giorno.
Chi ti prende in giro perché ti impegni "troppo" sta solo dichiarando quanto poco è disposto a investire in qualcosa che non controlla al 100%. È il suo limite, non il tuo.